Introduzione

Il mercato globale, da quanto emerge dalle ultime analisi, richiede sempre più produttività ed efficienza alle imprese e, di conseguenza, alle persone. In tale contesto la performance rappresenta per l’individuo una parte centrale della quotidianità, caratterizzata dal rischio di lasciare in secondo piano il proprio benessere. La pandemia da Covid-19 ha certamente messo a nudo, per la prima volta, diverse criticità, rimaste fino ad ora confinate o sottovalutate.  Sono, infatti, numerosi gli studi che certificano l’aumento delle richieste d’aiuto psicologico come, altrettanto numerosi, sono gli interventi dei singoli stati a sostegno del cittadino in difficoltà (un esempio italiano è il bonus psicologo accolto positivamente dall’opinione pubblica).

Se fino a poco tempo fa le dinamiche relative alla salute psicologica sul lavoro potevano essere relativamente ignorate dai responsabili d’impresa, ritenendolo un aspetto a carico della persona, oggi la corrente sembra essere decisamente cambiata.

Come spesso accade, i fenomeni che si manifestano nelle società e nelle organizzazioni richiedono un intervento normativo anche di livello internazionale: viene emessa nel giugno 2021, come risposta ad una situazione di fatto, la norma ISO 45003 (Linee guida per la Gestione dei Rischi Psicosociali)

 

Che cos’è lo Standard ISO 45003:2021

Lo standard ISO 45003 fornisce gli strumenti per la gestione del rischio psicosociale in ambiente di lavoro, all’interno di un sistema di gestione per la sicurezza regolato dalla ISO 45001. L’obiettivo dello standard è quello di promuovere il benessere del lavoratore, come fattore per la diminuzione degli infortuni.

 

Chi può dotarsi dello Standard ISO 45003:2021

Lo standard ISO 45003 è applicabile dalle organizzazioni di tutte le dimensioni e di tutti i settori che desiderino sviluppare, implementare e mantenere il miglioramento continuo in luoghi di lavoro sani e sicuri in senso allargato.

 

Che cosa sono i fattori psicosociali di rischio contenuti nello standard

Tra le definizioni introdotte nella norma meritano attenzione quelle di “benessere” e di “rischio psicosociale”:

  • Il benessere rappresenta la relazione tra bisogni e aspettative del lavoratore sotto il profilo fisico, mentale, cognitivo e sociale nell’ambito del contesto lavorativo;
  • nel rischio psicosociale rientrano invece aspetti dell’organizzazione del lavoro quali fattori sociali, fattori appartenenti all’ambiente di lavoro, attrezzature e compiti rischiosi. Tali fattori, combinati, rappresentano il relativo grado di rischio psicosociale.

 

Quali vantaggi può apportare l’implementazione dello standard all’organizzazione e alle persone

Occorre precisare che la ISO 45003 è stata presentata da ISO come linea guida e non rappresenta pertanto uno standard certificabile. La conformità può essere tuttavia valutata da un ente indipendente di terza parte come AS&C attraverso una gap analysis specifica e anche in combinazione con una eventuale certificazione del sistema di gestione relativo a Salute e Sicurezza sul Lavoro secondo la ISO 45001.

I vantaggi dettati dalla conformità alla ISO 45003 sono:

  • Miglioramento del processo di assunzione e fidelizzazione dei lavoratori;
  • maggiore innovazione e coinvolgimento dei lavoratori;
  • riduzione di assenze sul lavoro causate da fattori quali stress, ansia e depressione;
  • maggiore autonomia nell’esercizio dell’impegno lavorativo;
  • miglioramento dell’immagine aziendale.

 

Come richiedere la verifica dell’applicazione della ISO 45003

L’iter prevede le stesse modalità di recepimento di qualsiasi altro standard ISO. Saranno pertanto 4 i punti principali:

  1. Richiesta di Certificazione: si concordano gli aspetti economici e le attività eseguite dagli auditor nell’intento di firmare un contratto di validità triennale tra azienda ed Organismo;
  2. audit preliminare (opzionale): esamina il livello di preparazione del sistema di gestione oggetto di certificazione. Non rientrando nell’iter di certificazione, questo passaggio mira a rilasciare eventuali miglioramenti soltanto sotto forma di raccomandazione;
  3. audit di Certificazione – Stage 1: svolgimento dell’audit presso la sede aziendale in cui vengono raccolte informazioni e verificata la documentazione relativa al sistema di gestione da certificare;
  4. audit di Certificazione – Stage 2: verifica dell’auditor sull’applicazione del sistema di gestione da parte dell’azienda ed emissione del Certificato ISO.

 

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