Cina e CIO (Comitato Olimpico Internazionale) hanno promesso Olimpiadi green nella tutela dell’ambiente, nell’attenzione al rispetto delle risorse e nell’utilizzo delle energie rinnovabili. Da diverso tempo però gli attivisti che osservano l’evolversi della manifestazione temono che tali promesse non saranno mantenute, almeno non completamente.
Il problema climatico nelle zone di gara
Il clima delle zone di gara è stato rintracciato come una delle principali criticità all’interno dell’analisi riportata dal Council on Foreign Relations in quanto la città ospitante sarebbe al centro di un dibattito in cui esperti ed attivisti la considerano inospitale per via delle pratiche insostenibili. Infatti i giochi invernali richiedono molta neve ma i siti in cui si celebrerà la competizione risultano aridi e privi di precipitazioni. Stesso modo le Olimpiadi di Sochi e quelle di Pyeongchang furono criticate per ragioni simili.
Carmen De Jong dell’Università di Strasburgo indica che l’innevamento dei luoghi all’aperto potrà richiedere circa cinquecento milioni di litri d’acqua. La critica che rivolge riguarda il fatto che l’evento è stato organizzato in un’area in cui manca effettivamente la risorsa primaria e ciò sembrerebbe colpire di riflesso anche la scarsità di risorse di residenti ed agricoltori locali oltre a causare danni significativi alla biodiversità del territorio ospitante.
Il rischio greenwashing
Le dimensioni e di conseguenza anche l’impatto delle Olimpiadi aumentano sempre più la loro portata e di conseguenza l’evento deve fare della sostenibilità il cuore delle operazioni di Branding e non solo, altrimenti il rischio è quello di ricadere nella piaga sempre più diffusa del greenwashing: dichiararsi più verdi di quello che si è, spesso amplificando la portata di azioni effettivamente poco significative. Ciò accade già in modo particolarmente lampante nel fast fashion, cioè la moda veloce dell’usa e getta. Il motivo sembra riguardare la responsabilità sociale delle imprese diventata sempre più una leva competitiva a cui le organizzazioni devono rispondere in nome di pressioni ed esigenze esterne che mettono sempre più al centro questioni etiche ed ambientali spostando il prodotto in secondo piano.
Il caso studio: chi sopravvive nel 2050
In uno studio condotto all’Università di Waterloo, Ontario, sono stati presi in esame i cambiamenti climatici degli ultimi 100 anni che hanno impattato sulle 21 città sede delle Olimpiadi invernali. I dati sono stati poi confrontati con le proiezioni climatiche future nell’intento di comprendere quali di queste città avrebbero sopravvissuto e mantenuto la possibilità di continuare ad ospitare l’evento tra i prossimi 30-60 anni. Nello scenario più pessimistico i risultati dicono che, se non dovessimo riuscire a ridurre le emissioni di gas serra, permettendo l’aumento continuo delle temperature, solo una di tutte queste città potrebbe avere la speranza di ospitare l’evento.
L’impegno di Pechino
Come riportato all’interno del Report sulla sostenibilità pre-giochi di Pechino 2022 il lavoro sulla sostenibilità ha seguito 3 standard Internazionali:
- Sistema di gestione della sostenibilità degli eventi, ISO 20121;
- Sistema di gestione ambientale, ISO 14001;
- Guida alla responsabilità sociale, ISO 26000.
Gli obiettivi che l’evento dichiara d’impegnarsi a perseguire rivestono 3 aree critiche principali:
- Riduzione e compensazione delle emissioni di carbonio;
- Protezione degli ecosistemi locali;
- Creazione vantaggi a lungo termine per comunità ed economie locali.
Pechino 2022 ha integrato i principi di sostenibilità riferiti dagli standard in tutte le fasi definendo nel dettaglio aree d’intervento, misure da adottare ed obiettivi da raggiungere. I punti salienti sono i seguenti:
Clima
L’impegno è quello di proporre Giochi ad emissioni zero implementando misure per ridurre le emissioni di carbonio nelle sedi e nei trasporti. Per questo tutte le sedi saranno alimentate da energia rinnovabile per la prima volta consentendo un risparmio energetico di oltre il 20% rispetto ai metodi di refrigerazione tradizionali, investendo anche il 100% delle autovetture e l’85% dei veicoli.
Sedi
Saranno sfruttate a pieno le sedi esistenti dando priorità alla sostenibilità durante tutte le pratiche di costruzione e gestione delle location. Ciò porterà al centro anche la protezione della fauna selvatica attraverso misure restrittive sulla costruzione notturna, la creazione di “corridoi” per tutelare la fauna ed il trapianto, la cura e la protezione delle piante quando necessario. Tutte le sedi hanno ottenuto le certificazioni ISO relative alla costruzione sostenibile, al risparmio energetico, idrico e quello di materiali.
Sviluppo
La portata dei Giochi ha una dimensione globale. Questi coinvolgono circa 300 milioni di persone che vengono messe al centro di una politica di sviluppo regionale. Nel 2020-2021, secondo il rapporto, il reddito del turismo su ghiaccio e neve ha superato i 390 miliardi di RMB. Ogni zona della competizione ha infatti beneficiato dei preparativi per i giochi contribuendo in modo significativo alla riduzione delle disuguaglianze tra aree rurali-urbane, rilanciando le economie locali anche attraverso lo sviluppo di infrastrutture moderne come la ferrovia ad alta velocità Pechino-Zhangjiakou a cui si aggiungono strade e nuovi snodi per il trasporto.
Diventare carbon neutral
Lo stesso rapporto emesso dal Comitato Organizzatore dei Giochi Olimpici Invernali di Pechino 2022 descrive nel dettaglio le misure di gestione del carbonio riassunte anche nell’articolo “Cinque modi in cui Pechino 2022 diventerà carbon neutral” pubblicato su olympics.com.
I 5 modi in cui gli organizzatori intendono raggiungere la neutralità del carbonio:
- Luoghi a basse emissioni di carbonio;
- Spinta alle energie rinnovabili;
- Trasporto a basse emissioni di carbonio;
- Raffreddamento del ghiaccio a basse emissioni;
- Compensazione attraverso l’imboschimento.
L’approfondimento di tali misure è riportato nell’articolo sul sito olympics.com.
In conclusione
Tra le fila di AS&C Simone Di Mauro, Lead Auditor Multischema ed esperto nell’implementazione dei Sistemi di Gestione per la Sostenibilità degli Eventi (ISO 20121:2012), ha fornito alcune considerazioni utili a completare la lettura:
“L’attenzione sulle Olimpiadi di Pechino è l’ennesima prova che il tema della sostenibilità ambientale è sempre più in primo piano e soprattutto che è diventato un elemento per valutare il successo di un evento.
La storia è piena di eventi, quali anche le Olimpiadi, organizzate con l’unico interesse di generare un beneficio economico al paese ospitante a spese però dell’ambiente, elemento mai tenuto in considerazione nella progettazione e realizzazione dell’evento. Parliamo di eventi come i Giochi Olimpici di Rio 2016 che se da una parte ha aiutato il paese sotto il profilo sociale, infrastrutturale ed economico ha generato di contro un disastro ambientale, in particolare per quanto riguarda l’acqua della città, altamente inquinata già prima delle Olimpiadi, che durante l’evento è diventato un vero e proprio pericolo sanitario. La concentrazione di virus e batteri nei corsi d’acqua e in mare era così alta che, secondo uno studio, sarebbe bastato ingerirne tre cucchiaini per ammalarsi gravemente. Questo è stato generato da una mancato bilanciamento degli aspetti nella valutazione dei rischi e degli impatti.
Il fatto che negli ultimi anni gli interessi economici viaggino di pari passo con la sostenibilità ambientale è un’ottima notizia per chi si è sempre battuto a tutela dell’ambiente, e tutto questo è stato reso possibile anche dall’introduzione di normative ambientali sempre più stringenti e dall’inasprirsi delle sanzioni per chi non le rispetta.
È auspicabile in futuro che l’attuazione di sistemi di gestione certificati secondo gli standard ISO 20121:2012 per la sostenibilità degli eventi e la ISO 14001:2015 per l’ambiente diventino requisiti obbligatori, e non più facoltativi, per chi progetta e realizza eventi che abbiano impatti rilevanti sull’ambiente, sulla società e sull’economia come le Olimpiadi appunto.”